Anche quest’anno pare che il fato sia benevolo con Ischia e soprattutto con gli ischitani.
Le contingenze legate al terrorismo di matrice islamica hanno eliminato, o comunque minato, parte della concorrenza che negli ultimi anni aveva eroso una fetta sostanziosa della nostra clientela.
La Germania che vedeva Ischia non più come l’isola preferita per le vacanze teutoniche, da segni di significativa ripresa.
I dati in nostro possesso, ad oggi, danno un a crescita delle prenotazioni dalla Germania del 19.91% rispetto allo scorso anno.
Ancora lontanissimi i numeri degli anni d’oro ma comunque una piacevole notizia.
Ma come si presenta Ischia all’appuntamento della stagione turistica 2016?
Saprà far tesoro delle sconfitte che ha accumulato negli ultimi anni ed esser capace di cogliere l’opportunità che, senza alcun merito, si prospetta nuovamente?
A guardare il comune capofila dell’isola lo sconforto coglie chiunque abbia ancora un briciolo di dignità ed amore per la propria terra.
Da quelle che noi dovremmo vendere come passeggiate ecologiche, vien da ridere al solo pensarci, alle strade, periferiche e non, fino agli arenili una serie di cantieri, dove aperti e dove abbandonati, rende la visita di Ischia simile più alla Beirut degli anni settanta che non ad una meta turistica ad inizio della stagione.
Tutti cantieri iniziati a marzo dello scorso anno, che la nostra cosiddetta amministrazione diede per improrogabili pena la perdita dei famosi finanziamenti, sono in essere.
Un anno è passato per infilare alcuni tubi sotto il manto stradale e creare qualche brutto marciapiede. Tubi che, ma questo è solo un mio parere, probabilmente saranno inservibili quando e se il famosissimo depuratore dovesse mai vedere l’agognato battesimo.
La spiaggia di San Pietro continua ad essere invasa da immondizia, da acque stagnanti e maleodoranti, da una baraccopoli per pochi veri pescatori e per tanti che, in spregio a qualsiasi regola, continuano, con l’assenso di amministratori amici, ad occupare la spiaggia in maniera indegna per una località che voglia darsi un minimo decoro.
Inutile rammentare le rassicurazioni fatte da un personaggio di questa sciagurata maggioranza che due estati orsono diede pubblicamente e privatamente notizie certe circa la volontà della maggioranza, da lui rappresentata, verso una riqualificazione profonda degli arenili del nostro comune.
I risultati sono sotto i nostri occhi e sono lo specchio di tutta l’inadeguatezza, della spocchia e della assoluta incapacità di amministrare finanche un condominio figuriamoci uno dei comuni più prestigiosi d’Italia, cui un corpo elettorale, scellerato, ha dato ampio mandato tre anni orsono.
L’incuria del porto, divenuta simile ad una baraccopoli degradata delle nostre periferie urbane, da immediatamente l’idea, allo sventurato turista, in quale diamine di incuria sia andato ad impantanarsi per le proprie vacanze.
Tornato da Amburgo, per lavoro, mi viene da chiedere con quale coraggio apriremo la nostra porta al turista che, inconsapevole, lascia la sua magnifica metropoli fatta di pulizia, di traffico minimo, di strade perfette, di parchi numerosi e curatissimi, di locali accoglienti per tuffarsi nel delirio disorganizzato che lo accoglierà su quella che fu un’isola meravigliosa.
Mentre il codazzo avvilente dei sei sindaci va a mettersi in mostra davanti al Papa, mistero con quale coraggio siano andati a rappresentare la nostra isola, il nostro territorio vive un abbandono sconsolante e si presenta oggi, domenica delle Palme tradizionale apertura della stagione turistica, in uno stato tanto avvilente come mai prima si era visto nella nostra storia turistica.
Fatte le passerelle, pagate da noi cittadini, nelle solite fiere pur non avendo conoscenza turistiche, tanto per fare clientela non serve, tantomeno linguistiche questi amministratori, una barzelletta se riferita ai nostri ma tant’è, hanno idea di cosa sia programmare seriamente una stagione turistica insieme alle categorie?
E se si, cosa hanno programmato per il 2016 se non questo disastro urbano che vediamo sotto i nostri occhi ancora in questo preciso momento?
Con quale coraggio si chiederà la tassa di soggiorno ai nostri ospiti?
Ed ancora viene da ridere per la disperazione se si pensa alle facce con le quali lo scorso anno amministratori senza vergogna avevano sventato l’arrivo del Commissario dopo il vergognoso ritiro delle dimissioni da parte del nostro primo cittadino incappato nelle note vicende giudiziarie.
Il Commissario sarebbe stato un danno per il nostro Comune?
E quello che sta andando in onda sotto i nostri occhi come viene definito?
Coloro che negli ultimi 15 anni ci hanno abbandonati facendo precipitare le presenze da 6 milioni alle circa 4.5 di oggi e che oggi, presi dalla paura di viaggiare verso alcune mete, si troveranno in questo luogo di gran lunga peggiorato rispetto al passato che idea dovranno farsi, ed in maniera stavolta definitiva, di Ischia? Forse i benefici di questa effimera ripresa saranno minori del danno di immagine che subiremo quando quelli che torneranno a farci visita vedranno cosa siamo riusciti a combinare.
E’ davvero incredibile!
In questo logica viene l’ulteriore sconforto quando si pensa al dibattito che si è alimentato nelle scorse settimane sui social riguardo al low-cost di Ischia. Continuo a pensare che il problema sia un falso visto che è la curva della domanda e dell’offerta a determinare il prezzo.
Ma se anche volessi sposare la folle opinione che siano solo gli operatori turistici a determinarla mi chiedo e chiedo:
Ischia, in questo momento, come territorio, strutture pubbliche, cura dell’arredo urbano e quant’altro cosa può chiedere all’ospite?
Perché ogni struttura, in campo turistico, ha valore sempre e solo per il luogo nel quale è ubicata. Se Sant’Antimo o Casoria, senza che me ne vogliano gli abitanti, avessero tante strutture a 5 stelle state certi che i prezzi sarebbero quelli delle pensioni familiari.
Noi stiamo velocemente traghettando l’isola verso la periferia più degradata di Napoli o di qualsiasi altra metropoli italiana.
Il problema resta comunque e sempre il corpo elettorale ischitano restìo ad ogni forma di cambiamento, privato per i propri singoli comportamenti, e pubblico nella scelta della propria rappresentanza.
Anzi questi figuri, detto con la morte nel cuore, ci rappresentano benissimo.