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Colui che doveva “portare Ischia in Europa” dove magari, chissà, avrebbe potuto far sua, tra le altre, la meritoria battaglia radicale sulla situazione delle carceri italiane, non ha voluto deluderci nemmeno nel passo d’addio del suo decennale sciagurato mandato.
Il manifesto con il quale ha salutato la sconfitta dei suoi avversari da la ulteriore prova, se ancora ne avessimo bisogno, della incapacità di rispettare il ruolo istituzionale indegnamente ricoperto, e che ancora ricopre in questi ultimi giorni, per dieci lunghi anni.
Le personali battaglie di potere sono esemplificate nel triste e squallido poster dal quale si evince che tutto c’è stato in questi anni tranne che l’interesse per il Paese che, al contrario di quello che racconta il belante codazzo di cui si è circondato, versa in condizioni pietose.
Ischia abbandonata e dimenticata. Ma il nostro primo cittadino, ad onor del vero, si è dato da fare per pubblicizzarla. Ed è riuscito a mandarla spesso in prima serata. Peccato fosse solo e sempre per vicende personali tutt’altro che edificanti. Vicende che se anche non dovessero avere conseguenze penali, e ce lo auguriamo sinceramente, sul piano dell’opportunità avrebbero richiesto ben altre decisioni da parte sua e dei suoi cortigiani, anziché la commedia delle dimissioni date e revocate dal “buen ritiro” partenopeo.
Incurante di questo fardello personale da portare, con scelte amministrative bizzarre come le ultime stranissime concessioni riguardanti, ad esempio, lo stupro della baia di Ischia Ponte vedi alla voce pontile dello Stradone che fanno il paio con l’abbandono totale del Piazzale delle Alghe, con i problemi del traffico, delle spiagge, dei concorsi dei vigili spostati a dopo le elezioni, dei parchimetri che entreranno in funzione dopo la proclamazione del sindaco, del depuratore, delle pinete, della pulizia di Ischia del tutto irrisolti, l’ineffabile trova tempo e gusto nel tappezzare il Paese di manifesti indegni, nei quali si fa riferimento alle palle da bowling.
Un riferimento subliminale a quelle degli ischitani.
Le denunce sempre uguali che si ripetono da un decennio stancano anche chi denuncia ma, ahinoi, non hanno trovato alcun riscontro da parte del Sindaco uscente che era in bel altre faccende affaccendato per potersi preoccupare del Paese allo sbando.
Tante teste vuote con cui tenere in piedi la maggioranza le ha trovate.
Qualche anima pia disposta a lavorare anche. Vedi Enzo Ferrandino.
Le altre teste nel suo miserevole disegno erano destinate a fargli fare Strike.
Ma se da un lato c’è il sospiro di sollievo legato alla speranza che questa sia l’ultima ridicola pantomima cui questo signore ci ha esposti, senza nemmeno rendersi conto di cosa faceva e di cosa sottoscriveva con quel Manifesto, dall’altro c’è l’ auspicio che il nuovo Sindaco, persona certamente garbata, onesta e cosciente della importantissima carica che va ad occupare, dia un segno concreto di discontinuità sia nelle forme che nella sostanza, stanti i problemi irrisolti ed aggravatisi in questo decennio.
A chi pensa che queste valutazioni siano dettate da delusione per il risultato dell’11 giugno posso tranquillamente dire di aver dato il mio consenso a Enzo Ferrandino e che se qualche dubbio ho avuto in relazione a questa decisione era proprio legato alla compagnia della quale si è circondato. In primis l’appassionato di bowling.
Sarebbe opportuno che Enzo desse un segno di discontinuità con questo passato, condito di immediate scuse visto che uno dei suoi sponsor nell’ultima campagna è stato proprio l’autore di questa ulteriore ed ennesima vergogna attuata in spregio a qualsiasi rispetto del corpo elettorale intero, della carica occupata e dell’opportunità del gesto stante la evocata storia personale nonché politica.
Con il Senatore de Siano divenuto oggi birillo, ad esempio, non c’era stato il famigerato “Caularone”?
E non vi si sareste dovuti alleare sino a pochi giorni dalla presentazione delle candidature?
Anziché far attaccare manifesti perché il firmatario dello sconcio odierno non dice quali erano i divergenti progetti per lo sviluppo del paese che hanno impedito il proseguimento dell’alleanza con i birilli del bowling?
Domande retoriche naturalmente, senza risposta e stridenti con la storia di un personaggio che, di concerto con qualche compagno di merenda che gli ha tenuto botta, ha semplicemente affossato una comunità ed un Paese che poteva continuare ad essere vanto ed eccellenza per l’intera Regione.
E così chi voleva portare Ischia in Europa ha trovato solo il modo di portarla sulla bocca di Marco Travaglio.
In compenso si ritiene anche autorizzato a coprire sguaiatamente il Paese con le sue ignominie.

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