Le ultime ore della campagna elettorale che dovrebbe portare Ischia nel cuore dell’Europa sono caratterizzate, sui social come nei pubblici esercizi, dalla corsa a chi riesce ad alzare la mano più in alto e far vedere al principe in odor di elezione che si è dalla sua parte.
Una gara tanto ridicola quanto triste che da la misura del livello cui si è abbassata la nostra comunità anche tra persone oggettivamente per bene ed intelligenti.
Presidenti di categoria, impiegati comunali e professionisti rivaleggiano nell’accodarsi in fila. Proni.
Dagli studi medici convenzionati alle salumerie sopravvissute, dai bar ai post adoranti su facebook non si contano gli ammiratori che espongono le reliquie e le effige che spingono il candidato ischitano a lasciar vedove inconsolabili in Via Porto per approdare a più lauti stipendi di matrice continentale.
E’ il cuore di Ischia che esportiamo in Europa.
Un cuore posizionato nelle tasche con un congruo compenso.
Nello sgomitare dei cortigiani tesi a farsi notare dal Principe che lascia la natia isola vi è tutto un fiorire di elogi che ne magnificano le gesta compiute da Sindaco nei sette anni di regno.
Il parcheggio di Sant’Alessandro, pagato attraverso uno scambio di proprietà tra ente pubblico e privato non esattamente favorevole al primo, viene descritta come opera mirabile.
L’inaugurazione dello svincolo al Porto. Cinquanta metri di strada inaugurati con una grande manifestazione come se fossimo di fronte ad un nuovo Colosseo.
La Riva destra tinteggiata, le traverse di Via de Rivaz rifatte ed addirittura i marciapiedi a Sant’Antuono piastrellati. Per questi ultimi si dimentica ad esempio che i lavori fatti in fretta sotto elezione comunale per accontentare qualche “cliente” pregiato della zona, la carreggiata rimase pericolosamente occupata per mesi dalla colonnina dell’ENEL dimenticata al centro.
Tra le mirabilie del nostro primo cittadino viene riesumato, con giudizio positivo (sic!), lo scempio architettonico che risponde al nome della Piazzetta trasformata in squallida Piazza d’Armi ad uso e consumo degli amici degli amici. Una bruttura che ha privato il comune di uno degli ultimi angoli belli ed originali della sua storia recente.
La strada tra Casamicciola ed Ischia lascia trasognato un fedelissimo che rivede attraverso una testimonianza poetica lasciata su Facebook le gesta compiuta dal primo cittadino.
La nostalgia si taglia a fette. Peccato che non veda, durante il percorso, il disboscamento operato al Bosco della Maddalena, poco prima del Castiglione, per erigere la Caserma della Guardia Forestale, manco fossimo a Canazei, e per il quale, Ischia nel Cuore dell’Europa, è sotto inchiesta.
I componenti a vario titolo della corte dei miracoli si affannano nell’elogio nella speranza che il re abdichi in favore di uno di loro.
Dopo aver portato Ischia nel cuore dell’Europa sarà divertente vedere la guerra alla successione fra le bande che si contenderanno lo scettro.
In questi frangenti i cortigiani dimenticano, o fanno finta di dimenticare, che in sette anni “Ischia nel Cuore dell’Europa” ha lasciato irrisolti, se non peggiorati, i problemi legati al traffico, alle spiagge, alcune delle quali oramai sparite, vedi la Mandra, altre totalmente deturpate, vedi San Pietro. Dove allo scempio del depuratore non finito si aggiunge la beffa della colata di cemento abbandonata sull’arenile per far da scalo “provvisorio” alle navi di supporto ai lavori per l’impianto di depurazione.
Le cabine di presunti pescatori, indegne di insistere su una spiaggia di una località turistica quale vorrebbe continuare ad essere Ischia, lasciate lì per il consenso sempre e solo clientelare avuto in zona.
Il disastro delle pinete abbandonate in uno stato di degrado degno di una periferia suburbana dell’America Latina, nel mentre la tassa sui rifiuti risulta essere la più cara di Italia.
Tutte le pinete in questo stato tranne una che viene curata e piantumata in continuazione per dar spazio a eventi e manifestazioni di vario genere. Si tratta di quella vicino alla ex piazzetta.
A pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca…
Il porto che vive una situazione di degrado come mai visto prima. Con una baraccopoli montata davanti al Redentore ed una serie stracci e pezze che tentano di nascondere lo sconcio dei pontili di Italia 90 oramai distrutti. Il biglietto da visita che si presenta al turista è questo, altro che la ritinteggiatura della riva destra tanto elogiata.
La tassa di soggiorno, primo comune dell’isola di Ischia ad averla introdotta, e per la quale a tutt’oggi reclamiamo, invano, di conoscerne la destinazione essendo la stessa una Tassa di Scopo che l’amministrazione ha trasformato in ulteriore pizzo da estorcere al turista senza corrispondere alcun servizio.
Ed ancora prima di andare nel cuore dell’Europa, Ischia è stata portata nel cuore della Provincia di Napoli. Ed attraverso il connubio clientelare con il sodale lacchese, che ha regalato all’isola la sparizione delle opposizioni in ragione del più bieco affarismo, ha portato Ischia nel cuore della Regione.
Con quali risultati?
Trasporti marittimi cari, fatiscenti e scarsi.
Trasporti terrestri di fatto spariti.
L’economia del nostro territorio scesa ai livelli di quaranta anni fa con un tessuto sociale oramai disgregato.
Questa è l’eredità che lascia il reuccio ai suoi cortigiani e per la quale gli stessi tra un anno dovranno prendersi a capelli onde accaparrarsene le spoglie.
Ed il nostro, prima berlusconiano, poi dalemiano, poi bersaniano, poi renziano, non vorrei aver fatto torto a qualcuno se ho dimenticato qualche passaggio tra i vari salti compiuti in maniera ineffabile, porterà Ischia nel Cuore dell’Europa.
Ma quale Ischia?
La sua e quella dei suoi accoliti.
Quella vera, purtroppo resterà anche e soprattutto grazie a lui ed alla sua compagine, ormeggiata, ferma e senza prospettive nel Cuore del Mediterraneo.