Il 27 dicembre scorso, quello che fu il quotidiano di Domenico Di Meglio oggi ridotto a triste velina del comune di Ischia, ha pubblicato una ossequiosa ed insulsa intervista ad uno stantio personaggio della politica isolana ancora abbarbicato ai giochi di potere che hanno portato allo stato comatoso in cui versa nostra comunità. Il geom. Paolo Ferrandino, tanto ineffabile come politico quanto amabile come persona, spiegava al prono intervistatore la nuova dimensione politica verso la quale sta tendendo il progetto De Siano-Giosi Ferrandino. Le domande, poste con toni e termini da risposta preconfezionata, ricordano tanto gli stucchevoli spot del PSI di fine anni 80, nei quali uno sdraiato Minoli interloquiva amabilmente con il ducetto dell’epoca tale Bettino Craxi. Si inizia con il rituale dei complimenti al buon Paolo, il quale già da tempo aveva previsto l’epilogo attuale. Anche Doni lo scorso anno centrava i risultati dell’Atalanta, la squadra in cui militava per intenderci, prima della gara. Li combinava lui… Non mi pare sia stato premiato per questo. Ma tant’è… Non voglio tediare il lettore riportando tutta la mielosa ed avvilente intervista, vorrei solo estrapolare alcune perle. Ad esempio alla domanda se per l’attuale sindaco questo non sia un ritorno alla casa madre di Forza Italia dalla quale era uscito tempo fa, il buon Paolo si affretta a smentire e rassicurare. Ma per carità la composizione sarà di quattro liste civiche, ci fa sapere, due per parte. Ma ognuna con le sue posizioni. E se ognuno avrà le sue posizioni perché mai fare un pastrocchio simile? Premettendo che di tutto si parla tranne che di posizioni riguardanti il futuro del nostro comune inteso come sviluppo economico sostenibile, ambiente, sistema fognario, riassetto del debito pubblico, porto, arenili, traffico, scuole e servizi pubblici, turismo etc. quali sarebbero le posizioni differenti sulle quali si poggerebbe la rassicurante risposta del buon Paolo? La mia notoria cattiveria non disgiunta dalla mia attuale diffidenza verso la nostra classe politica mi fa ben immaginare quali siano le differenti posizioni che le liste del comitato dovranno limare e non riguardano, secondo me, lo sviluppo del nostro territorio e della nostra economia. Ma cari lettori ed elettori il nostro buon Paolo ci rassicura ulteriormente perché anche lui era sospettoso di un sindaco che, rieletto con ogni probabilità, chiedeva aiuto alla opposizione. Ma il nostro sindaco vuole presentarsi con “una fisionomia diversa” ed ecco che i partiti d’opposizione tanto generosi non hanno voluto privare il nostro primo concittadino di questa piccola soddisfazione personale. E comunque non mi pare si sia chiesto, il nostro buon Paolo, come mai lui dall’opposizione non sia riuscito a costruire un’alternativa credibile tanto che, malgrado gli scempi dallo stesso Ferrandino e timidamente enumerati nell’intervista, l’attuale sindaco avrebbe avuto buon gioco nel riconfermarsi? Divertente poi, per usare un eufemismo, la spiegazione alla mancata partecipazione all’ultimo consiglio comunale. Già il fatto che lui, delegato dalla popolazione a partecipare e non a stare a casa, candidamente dica di non averlo fatto in allegro spregio del mandato elettorale, è una colpa grave. Ma poi, udite udite, non hanno partecipato al voto sul Bilancio perché in trattativa con la maggioranza sulle alleanze alle prossime elezioni. E’ stato eletto per questo? Di fatto quindi quest’anno di amministrazione non esiste più. La maggioranza potrà fare, e sta già facendo, quel che vuole senza il “controllo” delle opposizioni perché cosa volete, abbiamo altro da fare: stiamo trattando… Una roba da non credere che viene detta senza contraddittorio da parte dell’interlocutore e con la tranquillità di gente che ha chiara l’idea di non dover rispondere di nulla. E questa gente che sta elaborando nuove strategie per il paese non si presenta oggi per la prima volta all’ elettorato. No, è gente che in tutte le salse opprime e determina, complice l’avvilente corpo elettorale isolano, il destino del nostro paese da trenta anni. E’ gente che di fatto ha portato l’isola nella situazione in cui versa attualmente. Non c’è assolutamente nulla di personale verso queste figure che occupano ogni spazio della nostra comunità ma onestamente leggendo questa intervista, immaginando gli sviluppi futuri, gli interessi che si stanno muovendo, non intravedendo alcuna analisi dell’attuale situazione economica isolana la cui deriva a breve potrebbe essere drammatica sul piano occupazionale, mi sono sentito offeso. Purtroppo è un’offesa che ora condivido con pochi. Temo che quando la condivisione di questo sentimento sarà più estesa, il comitato avrà già posto le basi definitive per il tracollo della nostra isola e per l’ascesa delle mai abbastanza soddisfatte ambizioni personali.
Paolo Ferrandino come Doni
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