16 Settembre, 2024

L’Italia dell’oro olimpico nella pallavolo e l’italietta della politica e della informazione

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L’emozione che ci hanno dato le ragazze della pallavolo, per quelli come noi che hanno praticato e seguito la pallavolo da sempre, resterà come una delle più grandi soddisfazioni che lo Sport ci abbia regalato. Scherzosamente, ma nemmeno troppo, ho detto che pensavo di non fare in tempo a vedere questa vittoria che per un diabolico destino avverso ci era sempre scappata dalle mani come nella finale di Atlanta con i ragazzi, anche allora, di Julio Velasco.

Sul nostro gruppo whatsapp della Pallavolo Ischia 1978, sarà che siamo diventati tutti diversamente giovani, la commozione è stata davvero unanime domenica pomeriggio.

Una generazione, la nostra, di appassionati che è nata con Pupo Dall’Olio, Rebaudengo, Lanfranco, Greco, Di Coste, Errichiello, contro il quale abbiamo avuto il piacere di giocare, e tanti altri che negli sfiorarono Mondiali ed Olimpiadi, fino ad arrivare all’era dei fenomeni di Velasco che mancò la consacrazione olimpica pur vincendo, unica nella storia della pallavolo, tre mondiali consecutivi.

Di fronte a tutto questo stamattina, ingenuamente, mi sarei aspettato una assoluta gioia collettiva per tutti e non solo per noi che abbiamo giocato, amato e continueremo ad amare questo meraviglioso sport.

Ed invece questa Italia della politica e della informazione ha come sempre, inevitabilmente e cocciutamente, voluto dare il peggio di se.

Hanno iniziato a cianciare di pallavolo gente come Aldo Cazzullo, ad esempio, e sulla sua stregua tanti altri benpensanti giornalisti e politici che probabilmente un paio di scarpette non se le sono mai allacciate, ed in ogni caso se lo hanno fatto non era per andare in palestra ma per fare shopping in Via Montenapoleone,

Gente che ieri probabilmente non ha distinto il ruolo del libero da quello dell’opposto ci dato la lezione sull’integrazione fregandosene altamente di cosa ci sia dietro un risultato tanto grande.

Abbiamo letto tonnellate di melassa per le meravigliose Egonu e Sylla, citate solo per essere strumento di retorica politica, dimenticando che anche la Orru, la Di Gennaro o la Bosetti, per citarne qualcuna, hanno parimenti contribuito alla vittoria finale. Ma queste ultime non sono carburante buono per alimentare il più inutile dei dibattiti tipico degli intellettuali di Capalbio.

Tutto questo per tirare fuori la polemica contro Vannacci divenuto ancora una volta, purtroppo aggiungo, protagonista della nostra vita sociale per dividerci strumentalmente tra presunti intolleranti ed altrettanto presunti tolleranti.

Eppure io di Cazzullo e di gente come lui non ricordo articoli sulla pallavolo nei quali ci si poneva la domanda di come sia possibile, essere olimpionici con le ragazze, ma anche campioni del mondo tra gli uomini oltre che vice d’Europa, di come sia possibile fare man bassa negli ultimi anni di quasi tutti i titoli in palio nelle categorie giovanili sia femminili che maschili.

Come sia possibile tutto questo in un paese dove mancano completamente le palestre, dove le società dilettantistiche, le stesse che hanno cresciuto la Egonu, la Sylla, la Di Gennaro e le altre meravigliose, debbano mendicare un piccolo impianto a qualche preside illuminato per potersi allenare.

Dove il 99% dei tesserati spesso deve chiedere la paghetta al genitore per pagarsi la trasferta in campionato, dove la stragrande maggioranza dei dirigenti oltre allo sforzo economico in totale solitudine deve avere il problema enorme, tra gli altri, di dove far svolgere, a pagamento, le giustissime visite mediche previste dai regolamenti federali.

Dove se non esistessero dei professori di educazione fisica appassionati di questo sport, come capitò a tanti di noi in età giovanile, nemmeno si scoverebbero i tantissimi talenti che l’Italia produce.

E Cazzullo, la Schlein, Vannacci, Salvini, per citarne qualcuno, si sono chiesti come e dove gioca, ad esempio, la squadra di pallavolo di Scampia anziché far montare una polemica divisiva ed insulsa anche in questa occasione che tanti di noi, non certo Cazzullo e quelli appena citati, aspettavano da una vita solo ed esclusivamente perché innamorati di questo mondo che si chiama Pallavolo.

La conclusione dovrebbe essere solo un cortese e fermo andate a cag…, ma la gioia è stata ed è ancora troppo grande per non dire sempre grazie a Julio Velasco, il più grande tra i grandi, al suo eccezionale team di allenatori e preparatori ed a questo gruppo di ragazze che ci ha dato una emozione difficilmente ripetibile.

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