E’ incredibile pensare che siano passati 45 anni da quando, nell’estate del 1978, un manipolo di amici folli, capeggiati da un visionario, tra un tuffo a mare sul lido di Ischia, nella cosiddetta spiaggia libera, ed una partecipazione ad un torneo di pallavolo, senza una lira in tasca e senza alcun appoggio politico decise di fondare la Polisportiva Ischia ’78.
L’idea era quella di fare sport, per molti di noi principalmente giocare a pallavolo, e di farlo fare a tutti i ragazzi che ne avessero avuta voglia in tre discipline che venivano e vengono etichettate superficialmente come “sport minori”.
Le discipline dovevano essere Pallavolo, su questo nemmeno a parlarne, Pallamano e Basket. Tutte le categorie femminili e maschili dovevano essere coperte.
La genesi di questa passione va ricercata tra la amicizia che c’era e che, incredibile ma vero, ancora c’è fra tanti di noi e lo sport che con discreti risultati praticavamo a scuola.
Nel maggio del 1977 il Mattei di Casamicciola dopo aver vinto ad Ischia i Giochi della Gioventù e dopo aver superato i turni provinciali aveva raggiunto per la prima volta la poule finale regionale che si svolgeva a Monte di Procida. Purtroppo al primo turno il sorteggio ci mise immediatamente contro il Liceo Scientifico Labriola dove giocava lo straordinario Giovanni Errichiello che ci aveva già castigati due anni prima già alla poule provinciale e che aveva portato in pratica da solo la Niccolai Napoli in Serie A1. Sconfitta bruciante e senza appello che però non spense l’amore e l’entusiasmo di molti di noi verso questo sport.
Frequentavamo una delle intelligenze più fulgide che Ischia abbia mai avuto.
Troppo fuori dagli schemi per essere accettato dal perbenismo locale, troppo avanti per essere capito, troppo buono per non essere fregato: Salvatore Migliaccio.
Il nome, ai giovani, non dirà nulla. Ma sappiate che se oggi tanti giocano a pallavolo, entrano nelle palestre per fare sport gratuitamente ed hanno quello che per loro, giustamente, è scontato, sappiate che tanto lo si deve a questo fratello che solo in minima parte noi che gli siamo stati vicini abbiamo compreso.
In quella estate 1978, al termine di uno dei bellissimi tornei estivi di pallavolo nel quale ci eravamo ben distinti, nacque l’idea di costituire una polisportiva che desse la possibilità a tutti di fare sport, di occupare gli spazi pubblici che non potevano essere ad esclusiva diposizione dei dirigenti politici che li sfruttavano per le loro clientele. Pensavamo inoltre che la nostra passione doveva misurarsi nei campionati veri.
Eravamo dei ragazzini nessuno di noi ancora ventenne tranne quel pazzo scatenato di Salvatore.
Amici veri, questo si. Paolo Massa, che sarebbe stato il nostro mister dopo un golpe di cui racconterò, Leonardo e Michele Telese, Gaetano Romolo e Peppino Telese come dirigenti. Carlo Sasso, Franco Di Leva (Bubbessa), Paolo Minicucci, Peppe Gargiulo, Luigi Pirozzi per citarne i primi. A questi poi si aggiunsero altri amici. Arrivarono Raffale Buono (Masini per la sua passione per il Basket), Roberto Romeo, insieme a Leonardo Telese secondo me i due più grandi talenti pallavolistici ischitani, ed i ragazzini che formavano la juniores. Tra questi colui che oggi, tra sacrifici immani e con uno spirito di servizio mai abbastanza riconosciuto, ancora tiene in vita questa meravigliosa utopia: Raimondo Ambrosino.
Nella femminile che di lì a pochi anni sarebbe arrivata in Serie B spiccavano Sara Telese, Patrizia Sogliuzzo, Francesca Boccanfuso, Maddalena Salzano, Ilia De Angelis.
Osteggiati anche per la nostra furia iconoclasta che vedeva nella VBC, la prima squadra di pallavolo formatasi ad Ischia che per noi rappresentava la Chiesa e la Democrazia Cristiana, riuscimmo ad ottenere quale unico spazio per allenarci quello che oggi sono i campi di bocce sotto l’Hotel Parco Aurora.
Raggiungemmo in poche settimane centinaia di iscritti.
Ragazzini e ragazzine che venivano ad allenarsi al freddo perché tra una cosa e l’altra era sopraggiunto l’autunno. Quella banda di pazzi ricopriva tutti i ruoli. Dal giocatore, al dirigente, all’allenatore all’accompagnatore. Vengono i brividi se ripenso alla follia nostra di quegli anni e soprattutto a quella di tanti genitori che ci affidavano, a noi poco più che diciottenni i ragazzini di 14 e 15 anni che portavamo in giro nella provincia di Napoli a giocare in qualità di dirigenti accompagnatore.
Salvatore Migliaccio decise di affidare la panchina della prima squadra maschile a Pettorino. Un ex atleta militare che a detta di Salvatore era stato nazionale. Dopo qualche settimana di allenamento, eravamo sempre meno convinti delle sue qualità, quantunque persona garbata e disponibile.
Nel frattempo Paolo Massa frequentava l’ISEF di Napoli dove aveva conosciuti quelli che sarebbero diventati nostri grandi amici oltre che straordinari pallavolisti. Primi fra tutti Pasquale Palladino e Peppe de Muzio.
Venne il momento di far saltare, prima dell’inizio del campionato, la panchina di Pettorino ed affidarla a Paolo. Reputo Paolo Massa per la pallavolo, Gianni Ferrandino per l’atletica e Lillino Abbandonato per il calcio i tre più grandi allenatori ed innovatori che lo sport isolano abbia avuto.
Non è un giudizio dettato dall’amicizia o dall’affetto che ancora oggi nutro verso Paolo come verso tutti quelli che iniziarono quel percorso ma dall’assoluta certezza della sua competenza e capacità di innovazione delle metodologie di allenamento.
Sul finire dell’anno la Politica prese a cuore le nostre sorti nella persona di Gabriele Trani.
Assessore democristiano della giunta del comune di Ischia, Gabriele, senza averci mai chiesto il consenso elettorale, ben sapendo che eravamo su sponde lontane rispetto alle sue, e solo per esclusiva simpatia umana verso noi ragazzi e verso Salvatore Migliaccio iniziò a spalancarci le porte delle palestre, contro il volere dell’amministrazione e della VBC che di li a pochi semestri avremmo fagocitato sulla scorta dei nostri risultati e della nostra volontà. Alcuni di loro, primo fra tutti Gioacchino Costa, sarebbe poi passato con noi prima dell’abbandono della attività agonistica della VBC.
Gabriele Trani avrà sempre un posto di rilievo nella storia dello sport ischitano per aver capito, senza chiedere un consenso politico, cosa volesse significare quel progetto per tanti ragazzi. Per me Gabriele resta un Signore vero anche per tante altre manifestazioni di generosa umanità che ebbe verso la mia famiglia e che magari racconterò un’altra volta.
Finito il campionato con una promozione a tavolino raggiunta grazie alla cocciuta follia di Salvatore presso il comitato provinciale campano della FIPAV arrivò la prima estate nella quale avremmo partecipato ai tornei estivi non più come semplici amici ma come una squadra vera.
I tornei estivi dell’epoca erano qualcosa di epocale. Si giocava tra una bolgia incredibile di gente, partite sentitissime nelle quali giocavano atleti di serie A, B e C che venivano ospitati ad Ischia da sponsor ed appassionati. Grazie a Paolo Massa la prima estate coincise con l’arrivo tra noi di tre atleti che avrebbero segnato la nostra esperienza e la nostra crescita sportiva in maniera esponenziale. Pasquale Palladino, Peppe De Muzio e Franco Terracciano. Erano del CUS Napoli che a sua volta, dopo la Niccolai di Errichiello, militava in serie A.
Ho avuto la fortuna dopo quasi 40 anni di ritrovare Pasquale Palladino. Un campione. Un uomo vero. Credo che pochi siano gli atleti capaci far crescere così tanto quelli che gli sono intorno sebbene non abbiano lo stesso talento e lo stesso strapotere fisico.
Termino questo lungo mio racconto con il ricordo di quattro amici che non ci sono più e che il destino ci ha portati via prestissimo.
Peppe De Muzio.
Patrizia Sogliuzzo.
Enzo Costa.
Salvatore Migliaccio.
Se siamo esistiti è anche grazie a loro ed al loro contributo.
Oggi più che mai mi sento di ringraziare Raimondo, che ho ritrovato pochi giorni fa, che ha saputo mantenere questa favola in vita dopo che le traiettorie delle nostre vite ci hanno allontanato da quella splendida pagina, poco conosciuta, dello sport ischitano.
E’ una pagina di passione, di amicizia, di utopia e di sport che in questi giorni compie 45 anni.