Momento di riflessione e forse, finalmente, di presa di coscienza della situazione nella quale Ischia si è ficcata. E’ ciò che stiamo vivendo in questi giorni. Da un lato le prospettive di un accordo su obiettivi e strategie tra due gruppi fondamentali per la nostra economia. Dall’altro la speranza che questo tipo di contatto porti quanto prima idee ed allargamento ad altri soggetti imprenditoriali isolani.
Di fronte però a questa presa d’atto della inadeguatezza delle politiche turistiche fin qui adottate da parte dei soggetti privato, fa riscontro, purtroppo, ancora una volta la mancanza totale della classe politica.
La neo eletta amministrazione del Comune di Ischia, dopo aver spadroneggiato nelle urne, si ritrova a dibattersi nella prevedibile caccia alla poltrona, e dopo un mese e mezzo dalla sua elezione ancora non è riuscita a dare al paese la nuova giunta. Potrebbe anche non essere un male visti i figuri che dovranno occupare gli scranni comunali.
Nel contempo pur non riuscendo ad incidere in maniera positiva nello sviluppo della collettività Sindaco ed accoliti danno prova quotidiana del pasticcio clientelare sul quale hanno poggiato le basi e sul quale incauti, egoisti e miopi nostri concittadini hanno dato il consenso.
Fatte salve le stucchevoli mancanze che continuiamo a denunciare e delle quali nessuno di questi personaggi sente il bisogno di preoccuparsi, viene in mente, tra le tante storture, la divertente storia dei “vigilini”.
Già un paese di circa 17mila abitanti che presenta per un concorso simile circa 300 candidati fa riflettere sul quale tipo di prospettiva abbiano i giovani per la loro vita.
Ma la cosa simpatica è che il concorso, per il quale tanti speravano di avere la “bottarella” vincente a discapito chiaramente di altri che magari avrebbero potuto avere qualità maggiori, non si farà. Troppe “bottarelle” perché qualcuno possa accaparrarsi la lotteria per sistemarsi definitivamente. Ma tanto si rivoterà tra cinque anni.
Un paese come il nostro esprime troppi furbi e c’è sempre uno più furbo dell’altro, il più furbo di tutti porta una coccarda tricolore in occasione delle processioni, lo avete eletto secondo questo schema, e purtroppo lo dobbiamo subire tutti, tanti di voi però devono anche stare in silenzio.
Perché siete furbi…