Ci troviamo immersi nella surreale commedia che riguarda le economie degli stati più “ricchi” del mondo e nella quale non si fa a tempo a rincorrere opinionisti, politici, tecnici ed economisti, i quali continuano imperterriti a fare previsioni e ad elaborare proposte. Sono gli stessi che seduti ad un tavolo e bevendo, nella migliore delle ipotesi caffè, ma temo, visti i risultati, qualcosa ad alta gradazione alcolica ci hanno trascinati in questo baratro che sta raggiungendo livelli di comicità degni del miglior Totò.
Dunque una ventina di anni fa una serie soloni mondiali ci convinse che togliere la sovranità nazionale ad una quindicina di stati ed accorparli in maniera eterogenea ed approssimativa tra loro basandosi su una moneta fittizia agganciata a non meglio identificate formule economiche ci avrebbe reso più ricchi tutti con delle economie ben salde. I risultati sono gli occhi di tutti. Stanno, uno ad uno, fallendo gli stati che si sono avventurati in questa giungla paranoica. Con effetti che nemmeno un fantasioso romanziere ottocentesco avrebbe potuto delineare. Un esempio.
Dunque è prossima al fallimento la Grecia. Il primo ministro greco va elemosinando in giro per l’Europa un po’ di quattrini facendosi sferzare pubblicamente ora dalla Merkel, ora da Sarkò. Sembra il povero Enzo Cannavale, nel film di De Crescenzo “32 dicembre” (1), quando questi va a chiedere un prestito al fratello per sparare i fuochi di capodanno ed il pegno è quello di essere sbeffeggiato davanti a tutto il condominio. A breve tale sorte dovrebbe toccare al nostro primo ministro che già ci mette parecchio del suo per essere preso in giro. Ma la cosa più comica non è questa. Dunque l’Italia con il suo 17% di crediti verso la Grecia dovrebbe chiedere garanzie a questi ultimi per fronte ai propri debiti ed a sua volta deve andare ad elemosinare in giro la grazia di avere qualche briciola di credito per non essere anch’essa in bancarotta e così va chiedere soldi e garanzie alla Germania che ha un deficit inferiore al nostro perché, truccando come la Grecia, i suoi conti, ma loro sono tedeschi…, da sedici anni non conteggia i 428 miliardi di deficit consolidato della KfW, che è all’80% dello stato e per il restante 20% dei Laender. E tutta questa combriccola, che di fatto ha rinunciato alla sovranità politica nazionale, va a chiedere soldi a chi? Alla Bce che è formata da banchieri che provengono dalla banche centrali che chiedono soldi per evitare il tracollo. Insomma una simpatica accozzaglia di personaggi usciti dalla penna di Scarpetta che in ogni atto della commedia è debitore e poi creditore di se stesso.
Chi si è inventata questa pochade di fatto governa noi, l’Europa e il mondo e continua, ineffabile, a darci lezioni sulla previdenza, sugli statali, sul libero mercato e tutte le altre straordinarie baggianate che si sono inventati. Divertente no?
1 – http://www.youtube.com/watch?v=UQ0ytYCKjvo