Fanno rabbrividire i commenti perbenisti sul privato di Maradona. Commenti che dopo la prima ondata di commozione si iniziano a leggere sempre più spesso.
Penso, e non solo per Maradona, che nessuno di noi debba giudicare il privato di un ragazzo venuto dalla indigenza più assoluta e arrivato ad essere una pop star tra le più mportanti del secolo scorso. Ed in ogni caso Maradona ha martoriato solo se stesso ma mai in danno di qualcuno. Nessun avversario o compagno di squadra gli ha mai rivolto parole di riserva o di critica.
E a nessun avversario è stato mancato il rispetto ed il riconoscimento del valore. Quante volte a chi gli menava in campo avrebbe potuto dire come il Marchese del Grillo: “Io sono Diego e voi non siete un cazzo”.
In tutta la vita è stato guidato fondamentalmente dall’istinto e senza alcuna scaltrezza formativa. Lo stesso istinto che aveva in campo e che lo portato ad essere quell’assoluto che è stato Maradona. Forse per questa sua ingenuità si è circondato inconsapevolmente di personaggi che altro non hanno fatto che mungere dal suo talento.
Arrivo però a dire che l’Uomo è addirittura superiore all’irripetibile calciatore.
La classifica del più grande calciatore di ogni tempo è di fatto un esercizio pleonastico. Quel tipo di graduatoria rientra nell’esercizio da bar dove ognuno può, legittimamente, dire la sua.
Pelè, Maradona , Di Stefano, Cruijff, Van Basten, Ronaldo, Messi e gli altri che sono nell’olimpo dei massimi. Ognuno dirà la sua, e con ragione.
Ma se ne è andato Cruijff, un giorno, spero il più lontano possibile, andranno via gli altri, ma il mondo non si è fermato né si fermerà mai più come è successo con Maradona che è riuscito per un giorno a sconfiggere la pandemia che ci attanaglia da quasi un anno. E lo dico da milanista che ha avuto in Maradona il massimo avversario nel momento del maggior splendore del Milan olandese.
Se in ogni caso sulle classifiche esisteranno sempre pareri diversi sul fatto che Maradona sia stato il più emozionate e carismatico sportivo che il mondo abbia conosciuto credo non ci siano dubbi.
Diego ha rappresentato qualcosa che andato al di sopra del suo smisurato talento e che lo fa accostare solo ed esclusivamente a Muhammed Ali, l’unico altro sportivo capace di debordare dai confini meramente agonistici e diventare una icona planetaria.
Un fuoriclasse di tale livello, che non ebbe timore di andare a giocare nel Napoli che sino ad allora in campo calcistico era, di fatto, una perfetta sconosciuta, quando avrebbe potuto tranquillamente mietere successi e miliardi nei maggiori clubs del mondo. E questo solo per il fatto che si identificò in maniera totale con il desiderio di rivincita di un popolo geniale e contraddittorio esattamente come lui.
Oggi i fighetti attuali avrebbero parlato di progetto da sposare. Tradotto conto in banca da far lievitare.
Ma anche per la sua Argentina non può essere disgiunto il mondiale vinto quasi da solo dalle battaglie contro l’Inghilterra per le Malvinas che gli fecero rifiutare l’incontro che il Principe d’Inghilterra avrebbe voluto pur di conoscerlo personalmente. Le prese di posizione, non sempre condivisibili, ma mai dettate da tornaconti personali in favore dei regimi comunisti di Cuba con il suo amico Fidel, della Bolivia o del Venezuela.
La rinuncia ai diritti per lo sfruttamento dell’immagine in favore dei ragazzi e degli ambulanti di Napoli che vendevano le magliette con il suo volto. Il campetto fangoso di Acerra per fare dono ad un bambino bisognoso e le decine e decine di manifestazioni di generosità mai enfatizzate sui media.
Forse, come mi suggeriva oggi un mio fraterno amico, davvero l’ultimo comunista vero, e nel senso più nobile dell’essere comunista, di questa terra.
Il Presidente francese sul sito ufficiale della presidenza della Repubblica in uno splendido ed articolato ricordo ha centrato tutto l’essere di Maradona.
” ….mais c’est à Naples que Diego devient Maradona. Dans le sud italien, le pibe de oro retrouve la démesure des stades d’Amérique du Sud, la ferveur irrationnelle des supporters et emmène Naples sur la route du Scudetto, sur les toits de l’Europe. Le mezzogiorno tient sa revanche sur l’histoire….”
“…ma è a Napoli che Diego diventa Maradona. Nel sud italiano il Pibe de Oro ritrova l’eccesso degli stadi sudamericani, il fervore irrazionale dei tifosi e guida il Napoli sulla strada per lo Scudetto e sul tetto d’Europa. Il Mezzogiorno prende la sua rivincita sulla Storia…”
Ciao Diego