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Estraggo dall’articolo che il mio fraterno amico Mauro Suma ha pubblicato oggi sul sito tuttomercatoweb “Il signor Nucini ha dichiarato, sotto giuramento, in un’aula giudiziaria, di aver affrontato quando era un arbitro in piena attività un colloquio di lavoro favorito dall’Inter con la Banca Popolare di Milano (d’altronde lui l’aveva detto che i veri milanesi sono tutti interisti…) nel periodo in cui era guidata dal dottor Ernesto Paolillo che, poi, nel corso degli anni, è diventato amministratore delegato dell’Inter stessa. Tranquilli, non è nè il gioco delle tre carte, nè il ritratto di un contropotere. E’ semplicemente una testimonianza, una notizia. Una di quelle cosette che magari uno sportivo vuol leggere sul suo giornale di riferimento quando decide di acquistare, in una metropoli, un grande quotidiano sportivo. E dopo aver letta, si aspetta che qualcuno intervenga, ne chieda conto, magari anche punisca. Senza che qualcuno si possa permettere di dire e allora la Juventus…? E allora il Milan….? Parliamo di questo adesso, parliamo degli incontri di lavoro di un arbitro in attività collaterali ad uno dei tre grandi Club di riferimento del calcio italiano. Di Juventus e Fiorentina, di Lazio e Milan, di Reggina e altri si è già letto, verificato e sentenziato. Può, cortesemente, l’appassionato di calcio venire informato dal suo grande, storico, quotidiano di riferimento sulla rilevanza giuridico-sportiva dell’incontro fra il dottor Paolillo e l’arbitro Nucini risalente ai tempi in cui l’arbitro stesso era attivo e operativo sui campi di calcio? Tanto per la cronaca e solo per la cronaca, anche solo un brandello di cronaca, un rimasuglio, un anfratto fra i vari, tanti, troppi, accordi che asfissiano il nostro calcio. Non sarebbe male.” Purtroppo i resti di quello che è stato il grande giornale diretto da Gino Palumbo sono oggi ridotti a megafono, talvolta sguaiato, e velina del club degli “onesti” e nel contempo del più influente d’Italia come sicuramente nemmeno a Moggi era riuscito di fare. Nessuno si è scandalizzato se il maggior quotidiano sportivo ed uno dei più letti in assoluto cura il marketing di un club di serie. La domanda che ci dobbiamo porre resta quella oramai stucchevole è se il conflitto d’interesse debba essere associato solo alla figura di Berlusconi o possa essere esteso a più ampi strati della società civile italiana senza che questo venga etichettato come servilismo!

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